Dove mangiare a Reykjavík, Islanda
Ero già stato in Islanda nel 2022, ad agosto, per un classico giro della Ring Road con un furgone Ducato camperizzato, durato due settimane. Reykjavík fu la tappa iniziale e anche quella finale. Di quel viaggio, oltre ai prezzi folli, ricordo molto bene un piccolo ristorante in cui ho mangiato una zuppa di aragosta, specialità locale, molto buona a prezzi onesti.
Il posto in questione è il Seabaron, quasi sul porto. Lo ricordo come un piccolo edificio di legno, spartano. Di solito si fa la fila per gustare la loro famosa zuppa di aragosta. Uno spettacolo, assolutamente consigliato.
Questa volta, proprio lì vicino, sono stato da Kaffivagninn, che per una cifra fissa ti permette di ricaricare autonomamente infinite volte il tuo piatto dalla grande pentola di fish soup, accompagnata da pane tostato. Ha dei tavoli su un terrazzo che dà direttamente sul porto, con vista sulle barche. Ideale per un pranzo quando fuori c’è almeno un po’ di sole.
A pochi passi, sempre nella zona centrale, c’è Lemmy, una birreria artigianale che ha l’aspetto di una chiesa. I vetri alle finestre sono colorati e decorati con disegni, e all’interno l’atmosfera è molto cupa. Bellissima atmosfera per un pub, e le birre sono davvero buone.
Nella stessa zona c’è Íslenski Barinn, una via di mezzo tra pub e ristorante, dove ero stato anche nel precedente viaggio. Sicuramente più illuminato e meno tetro del precedente, con diverse opzioni di piatti da condividere. Nonostante la vasta scelta di birre artigianali, abbiamo scelto una bottiglia di vino rosso, tra le più economiche del menù, che si aggirava comunque tra i 70 e gli 80 euro, per un vino che in Italia costerebbe almeno tre volte di meno. Qui abbiamo assaggiato lo squalo putrefatto. Non so esattamente come faccio a immaginare il sapore di una valigia ammuffita dimenticata per anni in una casa di campagna abbandonata, ma quello è il sapore. Oltre a questo, abbiamo diviso altri tre o quattro piatti da pub. Abbiamo trovato il conto piuttosto salato rispetto a quanto ordinato, ma probabilmente dovevamo ancora abituarci ai prezzi islandesi.
Anche questa volta Reykjavík è stata solo una tappa di passaggio; mi sono subito spostato nei Westfjords, l’area meno popolosa dell’Islanda, dove ho trascorso cinque settimane.
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